San Ponzo

immagine tratto dal web
San Ponzo è il nome di un paesino della valle Staffora, più verso la pianura rispetto a Varzi. Vicino a questo minuscolo centro abitato, che un tempo si chiamava semplicemente "Le Cascine", visse agli inizi del terzo secolo d.C. Ponzo, legionario romano convertitosi al cristianesimo, che raggiunse la Valle Staffora non si sa se per portare la fede o per fuggire alle persecuzioni.
Il paese di San Ponzo, a mezz'ora a a piedi dalle grotte
Precedentemente era stato garzone a Fortunago, dove fece sgorgare una fonte perchè potessero abbeverarsi buoi e contadini. In seguito visse nel bosco, in una piccola grotta naturale di arenaria, in compagnia di una gallina che ogni giorno gli donava un uovo. Alle gocce d'acqua che sgocciolano della grotta era attribuito il potere di curare il  mal di stomaco e fare venire il latte alle puerpere.
la grotta dove Ponzo dormiva
Ponzo morì martire, essendosi rifiutato di fare un sacrificio agli dei pagani, non si sa con precisione in cui questo avvenne, ma qualche fonte riporta che sia stato proprio l'anno prima dell'editto di Costantino (313 d.C.) che decreteva il cristianesimo religione di stato. Venne decapitato e la leggenda narra che quando il parrocco di Montalto volle portarne la testa alla sua parrochia, essa, giunti a Fortunago, diventò così pesante che non fu possibileproseguire con il carro dei buoi che la trasportava. Ancora oggi la testa si trova nella chiesa di Fortunago, mentre il suo corpo è conservato in un urna nel paese di San Ponzo.
Quando abbiamo scoperto che Ponzo era stato un legionario romano, abbiamo capito subito che doveva aver conosciuto Fermo quando lui era un centurione.

seconda grotta, vicino all'altra
A giudicare dalla vita che il santo ha scelto in seguito, si direbbe che l'esperienza non gli sia piaciuta molto, infatti non solo non ha intrapreso la carriera di soldato, ma ha scelto di rifiutare ogni forma di violenza, inclusa quella che la società spesso impone, legata al potere degli uomini sugli uomini, ma anche sugli animali e sulla terra stessa (infatti sceglie di non lavorare per nessuno, nè avere persone che lavorino per lui, di nutrirsi solo di ciò che il bosco gli offre spontaneamente, di non coltivare la terra e addirittura di non tagliare alberi per costruirsi un riparo.)
Statua del santo nella chiesa del paese
Dal nome inoltre, come ha osservato Jonas, si capisce che Ponzo doveva essere un po' cicciottino, e se aveva fatto il garzone doveva essere uno di quei contadinelli di poche parole ma con un cuore grande, abituato a ricevere ordini con pazienza.
Dopo aver dovuto eseguire gli ordini feroci di un centurione spietato, deve essersi ripromesso di non avere mai più un capo a cui obbedire. La storia ci racconta che il suo desiderio è stato esaudito, dal momento che alla fine è stato liberato dal suo stesso capo con la decapitazione.
La sua vita selvatica lo rende il compagno naturale per la nostra Selvaggia, anche lei alla ricerca della libertà nei boschi...


Vedi il diario di Selvaggia:
Nella grotta di San Ponzo
Ponzo e il garzone 

Genesi della storia di Ponzo dal blog charosullaterra
Il lato oscuro della Valle Staffora